L’impostazione politica dell’Amministrazione Biden sta portando concretamente a un confronto militare diretto tra Israele e l’Iran. Sulla carta gli USA dovrebbero essere l’alleato più stretto di Israele, ma, nei fatti, lo stanno indebolendo politicamente e militarmente. Questa politica è sicuramente interpretata dall’Iran come una occasione d’oro per cercare di colpire lo Stato ebraico. Si possono individuare due distinte strategie operate da Joe Biden e dal suo partito: una di natura politica e una di natura militare.
Dal punto di vista politico, l’amministrazione americana non perde occasione per accusare Israele in tutti i forum internazionali di “uso eccessivo della forza”, di causare una carestia e di non essere all’altezza degli approvvigionamenti per la popolazione di Gaza. Si tratta di una presa di posizione che sta condizionando pesantemente l’opinione pubblica la quale dà ormai per scontato che Israele affami gli abitanti di Gaza, e che ha come risultato collaterale quello di scatenare manifestazioni di odio antisemita nelle piazze di tutto il mondo. Oltre a ciò, si sta consumando un isolamento internazionale dello Stato ebraico senza precedenti: diversi paesi occidentali hanno dichiarato di volere riconoscere un Stato di Palestina senza che vi siano i minimi requisiti legali per poterlo fare, altri hanno iniziato a parlare di embargo sulle armi o vero e di boicottaggio vero e proprio. L’Amministrazione Biden, anziché fare sentire il proprio pieno e incondizionato appoggio a Israele fa approvare al Consiglio di Sicurezza dell’ONU risoluzioni che lo danneggiano, accusandolo di non fare abbastanza per proteggere la popolazione civile, quando gli Usa stessi e i paesi NATO in tutte le loro guerre non hanno mai messo in atto nulla di paragonabile a quello che ha fatto e sta facendo Israele. Tutto ciò ha come conseguenza quella di criminalizzare Israele in modo parossistico.
Ultimo ma non ultimo, l’Amministrazione Biden è impegnata in attacchi politici quotidiani atti a delegittimare il governo Netanyahu. A tale fine, numerosi esponenti dell’amministrazione e altri rappresentati democratici (come Chuck Shumer leader della maggioranza democratica al Senato) attaccano il governo israeliano invocando elezioni anticipate proprio quando Israele sta combattendo una guerra. È palese che un’ennesima crisi politica in Israele porterebbe a un’ulteriore posizione di debolezza del paese rispetto all’Iran e ai suoi delegati.
Se oggi Israele fosse attaccato da Hezbollah, dagli Houthi e dall’Iraq tramite gruppi di sciiti alleati dell’Iran, come potrebbe difendersi? Solamente attaccando direttamente l’Iran, che è il mandate di tutti gli attacchi, e questa azione provocherebbe nuove condanne, nuovo odio nelle piazze e un ulteriore isolamento. Senza considerare che una guerra diretta con l’Iran provocherebbe l’immediato incremento del costo del petrolio e la chiusura dello stretto di Hormuz con le prevedibili conseguenze sull’economia mondiale.
Inoltre, cosa rimarrà degli accordi di Abramo con un Israele indebolito e attaccato dall’Iran? Nessun paese arabo ha interesse ad allearsi con Israele se non in chiave anti iraniana per la sua forza militare e di deterrenza.
Dal punto di vista militare, se gli USA decidessero di bloccare le forniture militari nei confronti di Israele, ciò contribuirebbe a indebolire ulteriormente il paese, incentivando i suoi nemici a prenderlo di mira.
Israele non può combattere una lunga guerra contro gli iraniani e i suoi alleati su diversi fronti: Libano, Siria, Iraq e Yemen, dovrà necessariamente e strategicamente colpire direttamente l’Iran che è a capo di questi gruppi paramilitari e terroristici. Per Israele l’unica soluzione possibile è colpire chi sta a capo di tutti i gruppi. Le implicazioni potrebbero essere spaventose sotto ogni punto di vista. Difficile fare previsioni fino a dove una guerra così si potrebbe spingere.
Per tutti questi motivi, gli Usa dovrebbero dare il loro totale appoggio a Israele, ma invece fanno il contrario, stanno indebolendo Israele per renderlo vulnerabile: agiscono in modo sconsiderato e pericoloso. Per 50 anni la Guerra Fredda si è retta sulla deterrenza cosa che ora manca completamente a Israele, percepito in una condizione di vulnerabilità come mai in passato.