Come ogni anno, in tutta Italia si svolge una manifestazione chiamata “Open Shuhada Street” sull’assunto che Israele, solito cattivone, vieterebbe l’apertura della strada e il commercio pertanto sarebbe di fatto impossibile.
Ma cosa sappiamo di questa strada, e di Hebron?
Questa strada er la strada principale che portava e porta alla Tomba dei Patriarchi, era il mercato centrale all’ingrosso della regione di Hebron, della città storica, la vecchia Hebron, in quanto la sua posizione centrale alla tomba, e la posizione della stazione degli autobus e la stazione di polizia, ha reso un raduno naturale il posto.
Gli israeliani la chiamano King David Street mentre i palestinesi Shuhada Street
STORIA
Hebron è un insediamento fondato nel IV secolo avanti cristi dal popolo ebraico ed è piu’ volte menzionata nel Pentateuco (Antico Testamento) Dopo l’insediamento degli ebrei in quell’area con il Patriarca Abramo la città divenne il principale centro della Tribu’ di Giuda; lo stesso Davide venne incoronato re d’Israele ad Hebron, che fu la sua prima capitale. Solo dopo la conquista di Gerusalemme, lasciò Hebron e si trasferì nella nuova capitale
Una grotta situata nella parte bassa di Hebron è detta la Tomba dei Patriarchi ed è il luogo in cui secondo la Bibbia sono sepolti Abramo, Sara, Isacco, Rebecca e Lia.
Nel 638 d.c Hebron venne conquistata dagli arabi (potremmo definirla “occupazione di terra altrui?”) nel 1099 passò sotto il controllo dei crociati.
Facendola breve, ad un certo punto Hebron è annessa all’Impero Ottomano, fino al suo crollo, nel 1918. Ed è allora che la Palestina diventa Protettorato Britannico.
Nell’agosto del 1929, la popolazione araba uccise 67 ebrei (la metà del totale dei caduti ebraici morti durante la rivolta), alcuni dopo violenze carnali e torture, e 135 furono feriti (episodio passato alla storia come il massacro di Hebron del 1929). Durante gli scontri avvenne la quasi totale distruzione del quartiere ebraico pluricentenario.
La popolazione ebraica fu spostata a Gerusalemme al termine degli scontri; alcune famiglie torneranno ad Hebron due anni dopo, per poi lasciarla definitivamente nel 1936, evacuate dalle forze britanniche. Rimase poi parte del mandato britannico fino al 1948. Nel 1949 la Legione Araba dell’emiro hascemita di Trasngiordania occupò Hebron e il resto della Cisgiordania, controllo mai riconosciuto dall’ONU ma solo da Gran Bretagna e Pakistan
I territori oggi conosciuti come Cisgiordania erano principalmente parte del territorio riservato dal Piano di spartizione del 1947 (Risoluzione 181 dell’Assemblea Generale dell’ONU) per uno stato Arabo. In base al Piano, la città di Gerusalemme e le città circostanti (comprese Betlemme e Ramallah) sarebbero state un territorio amministrato internazionalmente, il cui futuro sarebbe stato determinato in una data successiva. Il Piano fu accettato da Israele, ma rifiutato dagli arabi.
Mentre uno stato arabo palestinese (oltre a quello già creato sull’85% del territorio con il nome di Transgiordania’ ossia l’attuale Giordania) non riuscì a materializzarsi, i territori vennero occupati dal confinante Regno di Transgiordania a seguito dell’attacco di questo ed altri quattro paesi arabi al neonato Stato di Israele. Questa occupazione non venne riconosciuta dall’ONU o dalla comunità internazionale.
Si legga bene: i territori furono occupati dalla Giordania che attaccò, unitamente ad altri pasi arabi, o nel 1948 lo stato di Israele.
Durante l’armistizio di Rodi, che poneva fine alle ostilità, la linea temporanea di demarcazione venne tracciata tra Israele e l’esercito transgiordano sulla “sponda occidentale”, venne determinata dai colloqui sul cessate il fuoco del 1949, e viene spesso chiamata la “linea verde”. Non è un “confine” a norma del diritto internazionale ma una linea di armistizio post bellico.
Durante gli anni successivi, ci fu una significativa infiltrazione di rifugiati palestinesi e di terroristi, attraverso la linea verde.
La Guerra dei Sei Giorni (1967) fece crollare l’armistizio, e di conseguenza le linee armistiziali, ed Israele entrò di nuovo in possesso di questo territorio, ma il Consiglio di Sicurezza dell’ONU, con la risoluzione 242 del novembre 1967, dispose che Israele si ritirasse da tali territori, definendoli erroneamente “occupati”. Israele contestò questa risoluzione rifiutando di ritirarsi soprattutto per poter contrastare il terrorismo da ivi proveniente .
Nel 1988, la Giordania (che era a rigore lo Stato che aveva quei territori prima della guerra dei sei giorni) ritirò tutte le pretese su di essi, concedendone la sovranità all’OLP (Organizzazione per la Liberazione della Palestina) guidata da Yasser Arafat.
Nel 1993 gli Accordi di Oslo dichiararono lo status finale della Cisgiordania, come soggetto di un accordo tra Israele e la leadership araba palestinese. A seguito degli accordi, Israele ritirò le sue forze militari da alcune aree della Cisgiordania, che venne quindi divisa in tre aree.
Parte A controllo palestinese e amministrazione palestinese
Parte B controllo israeliano e amministrazione palestinese
Parte C controllo israeliano e amministrazione israeliana
L’Area A comprende le città palestinesi, e alcune zone rurali di distanza da centri di popolazione di Israele nel nord (tra Jenin, Nablus, Tubas, e Tulkarm), il sud (nei pressi di Hebron), e uno nel centro sud di Salfit. L’Area B aggiunge altre popolate aree rurali, molto più vicino al centro della Cisgiordania. L’Area C contiene tutti gli insediamenti israeliani, le strade di accesso utilizzato per gli insediamenti, zone cuscinetto (vicino a insediamenti, strade, aree strategiche, e in Israele), e quasi tutta la Valle del Giordano e il deserto di Giuda.
Mentre la stragrande maggioranza della popolazione palestinese vive in zone A e B, le terre vacanti disponibili per la costruzione di decine di villaggi e città in tutta la West Bank, è situato ai margini della comunità e definita come area C.
L’Autorità Palestinese ha il pieno controllo civile nell’area A, l’area B è caratterizzata da un’amministrazione congiunta tra l’ANP e di Israele, mentre la zona C è sotto il pieno controllo israeliano.
Cosa accadde a Hebron ?
Nel 1929, come detto, vi fu il massacro di Hebron, dove la popolazione araba uccise 67 ebrei e ne ferì 135 (su una popolazione di circa 600)
Negli anni 1990/2000 Hebron e la strada principale attraversarono un periodo critico, non era affatto sicuro camminarci, numerosi gli episodi di molestie, accoltellamenti, attacchi con l’acido, sparatorie e bombardamenti.
L’arteria principale, appunto David Street, prima del 1929 attraversava il ghetto ebraico sino alla sinagoga Avraham Avinu.
Oggi, si snoda ancora attraverso il quartiere ebraico, a partire dalla Tomba di Machpela, luogo di sepoltura dei Matriarche biblici e Patriarchi, oltre il Gutnick Center, la piazza Gross, il quartiere Avraham Avinu e fino a Beit Hadassah. Una svolta a sinistra vi porta in cima alla collina al Tel Hevron / Admot quartiere Ishai.
Proseguendo si va invece in Hebron H1, un centro economico vivace per l’Autorità palestinese. I cittadini israeliani non possono accedervi oltre.
I residenti di lingua araba locali chiamano la strada Shuhada Street, da molti tradotto come “Martiri Street”
La strada è stata inizialmente chiusa al traffico veicolare con traffico pedonale limitato dal 1994, riaperto per breve tempo nel 1997 e riaperto di nuovo nel 1999.
David Wilder, portavoce della comunità ebraica di Hebron ha detto che certamente è increscioso chiudere una strada, ma che occorre comprenderne la necessità e l’utilità.
Ci sono stati innumerevoli attacchi contro King David Street, tra cui l’agguato davanti a Beit Hadassah nel 1980 che uccise sei persone e il ferimento di molti altri da parte dei palestinesi.
Anche il 2002 è stato un anno sanguinoso: incidenti quasi giornalieri. In un articolo del 13 marzo 2002 il quotidiano Haaretz scriveva:
“In un altro incidente a Hebron il quindicenne Eliya Meshulam, da Beit Hadassah nell’enclave ebraica della città, è stato accoltellato da un palestinese in Kikar Gross, sotto il controllo israeliano. Gravi le lesioni. L’autore dell’attacco è riuscito a fuggire verso la zona del mercato. Testimoni oculari hanno detto che un certo numero di negozianti lo hanno aiutato a fuggire e le forze di sicurezza hanno fermato alcuni dei proprietari di negozi per essere interrogati. Nelle ultime settimane, c’è stata una escalation della violenza a Hebron, con sparatorie che si verificano quasi ogni giorno. “
Questo incidente non è stato isolato, anzi è solo uno dei tanti attacchi quotidiani che subiva a popolazione ebraica della città. In piazza Gross (o Kikar in ebraico) potete vedere un pilastro che commemora il luogo in cui venne assassinato nel 1983, su King David Street un giovane studente diciottenne, Aharon, per mano di un uomo fuggito poi in mezzo alla folla della strada
Piu’ recentemente Piazza Gross, (Kikar in ebraico) commemora il sito su King David / Shuhada Street, dove il 18-anni, studente yeshiva Aharon è stato assassinato da un terrorista nel 1983, che è scappato in mezzo alla folla.
Uno degli episodi più terribili della storia recente è stato l’assassinio della coppia Levy, la moglie era incita al momento della sua uccisione . Dina Levy, 37 anni, e suo marito Gadi Levy, 31 anni, sono stati uccisi quando un attentatore suicida ha fatto esplodere la sua carica accanto a loro in Shuhada Street a Hebron.
Oggi resta questa targa a commemorare le giovani vite
Secondo Haaretz del 18 maggio, 2003 “Fonti militari hanno detto che l’attentatore era travestito da un colono e indossava una camicia bianca, l’abbigliamento consueto per gli ebrei religiosi di sabato. Secondo le fonti, l’uomo, è invece identificato come l’attivista di Hamas Fuad Qawasmeh, 21 anni “
La tribù Qawasameh, come viene indicato su Wikipedia, “domina Hamas a Hebron … La famiglia Qawasameh è il principale fornitore di militanti alle cellule Hebron di Hamas”.
La bella famigliola ha al suo servizio più di 10.000 persone, e sono responsabili di numerosi attacchi terroristici mortali in tutto Israele. Nella stessa settimana dell’assassinio dei coniugi Levy, sono avvenuti diversi attacchi, molti da terroristi basati in Hebron.
La Corte suprema e funzionari della sicurezza israeliani hanno pertanto ritenuto che fosse necessario bloccare questo terrorismo, che tante vittime faceva e in Hebron e in Israele ma anche per salvaguardare i residenti palestinesi di Hebron che si stavano uccidendo per lotte intestine . E si è provveduto alla chiusura veicolare della strada.
Israel Hayom scrive il 26.2.2016 “ Hebron è il luogo tra i piu’ radicalizzati del terrore palestinese. In questa recente ondata, ben il 40% degli attentatori erano di Hebron.
Dei 174 terroristi che hanno tentato o hanno compiuto attacchi (a partire dall’inizio di questa settimana) ben 69 provenivano dalla zona di Hebron”
Behadrey haredim notizie ribadito la statistica in un articolo dal 16 febbraio 2016 ha dichiarato, “Hebron si distingue come la zona principale da cui emergono i terroristi. Secondo il GSS [General Security Service], il 40% dei responsabili degli attacchi … erano da Hebron e Yatir “.
The Times of Israel il 15 febbraio 2016, ha ribadito, “una percentuale elevata dei terroristi Cisgiordania – 69 su 174 (40%) – è venuto dalla regione di Hebron e Yattir.”
Ora guardiamo questa mappa
I civili israeliani sono ammessi solo nel 3% di Hebron. La zona H1 di Hebron, la piu’ grande come si vede, e che comprendeva quattro luoghi sacri ebraici, così come grandi centri commerciali e molti negozi, è vietata agli israeliani.
Anche se il 20% della città è sotto la giurisdizione israeliana, solo i soldati Israele Difesa forza possono accedere alle altre aree di H2 di Hebron.
D’altra parte, i residenti Palestinesi sono liberi di vivere in ogni zona e passare avanti e indietro tramite posti di blocco.
Certo ci sono i check point..ma servono per bloccare attacchi. Oramai anche in europa sappiamo bene come siano importanti e necessari i controlli quando si è sotto attacco terroristico.
E badate…oggi Shuhada Street / King David Street non è la via principale di Hebron, come sostenuto spesso in varie manifestazioni.
Si tratta di una relativamente piccola strada nella città vecchia.
eccola….
Anche se lì riaprissero i negozi, la gente ormai non va nella zona vecchia ma nei grandi Pall mall in H1 di Hebron, il cuore della nuova città moderna. Centri commerciali che manco in Italia abbiamo!
H1 Hebron è un grande, fiorente città, con fabbriche enormi, aziende e centri commerciali. Hebron è la città più prospera e centro principale dell’economia per i palestinesi, con oltre il 40% dell’economia dell’autorità palestinese prodotta lì. Ci sono 17.000 fabbriche e laboratori in tutte le aree di produzione.
Ci sono quattro ospedali, tre università, un 4.000 posti a sedere al coperto stadio di basket, senza contare il 18.000 posti stadio di calcio nella città vicina di Dura, che si trova nella PA Governatorato di Hebron.
La plastica è un grande business in H1, come la fabbrica Zamzam che produce sacchetti di plastica e la Royal fabbrica di plastica, fondata nel 1993, che ha oltre 1.000 dipendenti.
Quindi… la storia del riaprire Shuhada Street è l’ennesima frottola volta a far apparire Israele il cattivo e dispettoso che impedisce chissà che. Di fatto non impedisce il commericio in Hebron, che è invece fiorente. E tiene sotto controllo una strada a fini di sicurezza.
Chi sopporta veramente gli eventuali inconvenienti?
I residenti palestinesi sono autorizzati a camminare ovunque a parte il tratto di Shuhada Street che collega i quartieri ebraici e in cui gli attacchi terroristici sono stati più frequenti.
Ci sono numerose strade laterali che sono accessibili da parte dei residenti dell’Autorità palestinese, ma sono off limits per gli israeliani.
Yasser Arafat, a suo tempo, ha accettato la legittimità di una presenza ebraica a Hebron quando ha firmato nel 1997 gli Accordi di Hebron, accordi che hanno trasferito l’80% della zona di Hebron al controllo totale da parte dei palestinesi
Prima di allora, Hebron era aperta, con gli ebrei e gli arabi che avevano accesso alla città intera. Tale status è finito nel 1997, quando l’area H1 Palestinese controllata di Hebron è stata chiusa agli ebrei, nonostante il fatto che, secondo gli accordi, Hebron avrebbe dovuto essere una “città aperta“.
Attenzione: le strade di accesso in queste zone sono vietate agli ebrei, non già ai palestinesi (mentre in Israele non vi sono strade o luoghi vietati agli arabi!). Viaggiando potete vedere cartelli rossi che dichiarano aree non accessibili agli israeliani
Se i palestinesi di Hebron hanno disagi, questi sono davvero minuscoli se li confrontiamo con quelli della comunità ebraica ivi presente.
Shuhada Street è stata chiusa dalla CORTE SUPREMA
E ‘degno di nota che la Corte Suprema si è spesso pronunciata contro la comunità ebraica della zona, per esempio, lo sgombero di Beit HaShalom nel 2008, lo sfratto dal vecchio mercato nel 2008 e lo sgombero da alcuni edifici nel 2016.
Dopo le restrizioni iniziali, i tribunali israeliani ove necessario hanno disposto la riapertura in varie fasi. Durante la prima fase, il trasporto pubblico è stato permesso da parte del traffico stradale e il pedonale era comunque permesso sull’intero strada.
Durante questo periodo di tempo, le donne ebree erano costantemente avvicinate, fisicamente e verbalmente, soprattutto da adolescenti arabi e giovani adulti. I taxi riempivano la strada, causando problemi di traffico costante. Tuttavia la strada è rimasta aperta.
Dopo l‘inizio della seconda intifada nel mese di ottobre del 2000, le forze terroristiche hanno iniziato gli attacchi costanti al quartiere ebraico a Hebron dalle colline che circondano la comunità, colline che sono state trasferite sotto controllo palestinese in seguito agli Accordi di Hebron del 1997 .
Se una seconda intifada non fosse iniziata, la strada sarebbe probabilmente ancora aperta (fatelo presente nelle varie manifestazioni!).
Quando infatti sono ripresi gli attacchi con intenzione di uccidere e mutilare gli ebrei, nel tentativo di mandare via, espellere, i pochi ebrei della comunità lì rimasti (e previsti dagli accordi israelo palestinesi del 1997) Israele ha deciso di non ‘porgere l’altra guancia,’ portando a misure di sicurezza obbligatorie, alcune delle quali sono ancora in vigore, allo stato attuale .
Il 6 luglio, 2011, dopo sette anni di discussioni, la Corte Suprema ha respinto i ricorsi dei palestinesi affinchè King David Street, una delle poche strade israeliane a Hebron, potesse essere riaperta al traffico.
Che dire delle restrizioni imposte agli israeliani?
Nel discutere le restrizioni sui non-israeliani a King David Street, sarebbe anche giusto e corretto parlare pure della restrizioni imposte a israeliani che cercano di visitare la tomba di Machpela
L’antico complesso si articola due ingressi separati, l’ingresso ebraico è su King David Street. E chi entra, anche se ebreo, deve subire lo stesso controllo di sicurezza, come i residenti palestinesi, prima di visitare il sito.
Per dieci giorni all’anno, ogni gruppo ha accesso esclusivo a tutto il sito. In questi giorni in genere corrispondono a festività come Pasqua e Sukkot per i fedeli ebrei e il mese di Ramadan e di altre festività islamiche per i fedeli musulmani.
Il lato musulmano del complesso è molto più grande della parte ebraica e comprende la Sala di Isacco e Rebecca, dove si trova l’ingresso effettivo alle grotte sotterranee. Durante i dieci giorni di accesso musulmani, gli effetti ebraici come piatti nome ebraico e articoli religiosi vengono rimossi per evitarne la distruzione Ci sono stati numerosi episodi infatti di mezuzahs rubate e rotoli della Torah profanati
Per 700 anni, ai non musulmani è stato negato l’accesso alla Tomba di Machpela. C’è pertanto il timore giustificato che se Israele non avesse il controllo, ai non musulmani sarebbero ancora negato l’accesso. Questo è il caso della Tomba di Giuseppe a Shchem che è stata vandalizzata dopo il suo trasferimento sotto controllo palestinese nel 2000 e ora è accessibile solo di notte con scorta armata.
Altri luoghi santi per l’ebraismo, che si trovano nella parte H1 di Hebron e benché fosse stato concordato nel 1997 il libero accesso, sono invece chiusi egli israeliani se non in rare, pre-organizzate, visite scortate
Numerosi funzionari palestinesi di Hebron hanno dichiarato la loro intenzione di vietare a tutti i non musulmani di entrare nella Tomba di Machpela, se mai ne avessero avuto l’opportunità. Tra coloro che a piu’ riprese hanno sostenuto ciò troviamo l’ex sindaco di Hebron Khaled Osaily , o Kamal Dweck altro soggett di spicco della comunità araba di hebron, e Mustafa Barghouti (che è cugino di quel Marwan Barghouti, leader di Fath nella West Bank)..
Il presidente dell’Autorità palestinese Mahmoud Abbas ha dichiarato: “abbiamo francamente detto, e sarà sempre così: se ci sarà uno Stato palestinese indipendente con Gerusalemme come sua capitale, non saremo d’accordo su presenza Anche di un solo un israeliano in esso.” Fonte: http://goo.gl/REIv4
L’esercito israeliano a Hebron, perchè?
Le forze di sicurezza israeliane forniscono più servizi: a) offrono una protezione ai residenti di Hebron, contro le minacce terroristiche costanti. Questo include gli attacchi perpetrati contro ebrei e contro palestinesi in Israele e nei territori dell’autorità palestinese b) offrono una protezione a più di 700.000 persone che visitano ogni anno Hebron c) offrono una protezione agli israeliani in tutto Israele. Dopo che Israele si ritirò dalla zonaH1 di Hebron, i terroristi hanno usato il vuoto per creare un’infrastruttura per pianificare attacchi in altre città israeliane. .
Hebron è facilmente accessibile per una varietà di attivisti e agitatori internazionali e relativamente sicuro, a differenza di altri punti di conflitto in tutto il mondo in cui il rischio di essere rapiti o uccisi è alto. Il terrorismo nella zona è elevato e l’autorità palestinese non sa garantire la sicurezza. Non solo, spesso Hebron e luogo di crescita di molti degli attentatori che poi colpiscono il Paese intero.
E’ pertanto palese che tenere King David Street alias Shuhada Stree chiusa è una necessità per fronteggiare crimini e attentati.
E la ripercussione sul commercio di Hebron è del tutto inesistente.