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Avi Gabbay ha vinto le primarie del Partito Laburista israeliano

Avi Gabbay è il nuovo leader del Partito Laburista israeliano, che cambia completamente corso rispetto al passato. A deciderlo sono state le primarie, che hanno visto Gabbay spuntarla al ballottaggio contro l’ex presidente del partito ed ex ministro della difesa Amir Peretz. Un risultato a sorpresa, considerando che il vincitore non partiva con i favori del pronostico, avendo ottenuto il 27,08% al primo turno contro il 32,7% del rivale Peretz. Il leader uscente, Isaac Herzog, era arrivato terzo uscendo mestamente di scena.
Il ballottaggio di ieri, 10 luglio, ha regalato a Gabbay la leadership del principale partito della sinistra israeliano: una vittoria di misura con il 52,4% delle preferenze contro il 47,6% di Peretz. L’affluenza è stata in linea con quella del primo turno: 31.000 iscritti al voto, pari a circa il 49% del totale.
Nato nel febbraio del 1967 da genitori ebrei emigrati in Israele dal Marocco, Gabbay rappresenta un volto nuovo per il Partito Laburista, essendosi tesserato appena sei mesi fa. La sua carriera politica è altrettanto giovane: nel 2015 è diventato ministro dell’Ambiente del governo del premier conservatore Netanyahu, per poi dimettersi poco più di un anno dopo, in polemica con la decisione di nominare Avigdor Lieberman ministro della Difesa.
Haaretz ha commentato così il risultato delle primarie laburiste: “La sua elezione (di Gabbay ndr) ha il potenziale per ridisegnare il campo del centrosinistra e scuotere l’intero sistema politico. Il partito ha dimostrato che c’è vita dopo la morte”.
Dal canto suo, Gabbay nel discorso di insediamento ha detto che la sua sarà “una leadership che agirà con coraggio ed integrità per la pace con i nostri vicini”.
Prima di entrare in politica, Gabbay è stato amministratore delegato della compagnia telefonica israeliana Bezeq per sei anni, dal 2007 al 2013, per poi tentare la scalata della compagnia aerea di bandiera El Al senza però riuscire ad assumerne il controllo. Nel novembre 2014 è stato tra i fondatori del partito centrista Kulanu, senza però essere eletto nella Knesset, il parlamento israeliano. Poi l’ingresso nella squadra di governo Netanyahu, il resto è storia recente.

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