Francesca Albanese, Relatore Speciale sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati presso il Consiglio per i Diritti Umani dell’ONU, il medesimo Consiglio attualmente presieduto dall’Iran, la cui peculiarità è avere come fulcro l’Agenda 7, http://www.linformale.eu/il-doppio-standard-per-i-diritti-umani/ interamente dedicata alla condanna di Israele, si è vista negare l’ingresso nello Stato ebraico.
Quella che il Simon Wiesenthal Center ha definito nel 2022, “un’enciclopedia ambulante anti-israliana”,http://www.linformale.eu/encicolpedia-ambulante-anti-israeliana/ è, in realtà più di questo. Si tratta, infatti, di una portavoce caricaturale di tutti, ma proprio tutti, i capisaldi della propaganda pro-palestinese, ovvero di quell’insieme di costrutti creati a Mosca negli anni’60.http://www.linformale.eu/wp-admin/post.php?post=13823&action=edit&classic-editor, ripetuti senza sosta.
Per la Albanese, Israele è dunque impresa coloniale illegittima, Stato oppressore di un popolo autoctono e, in quanto tale, inibito a difendersi contro i terroristi, che tali non sono essendo come tutti gli oppressi in lotta contro gli oppressori, resistenti. Hamas, ovviamente, rientra nella categoria. Ne consegue che contro di esso Israele non avrebbe il diritto di difendersi http://www.linformale.eu/inesistente-diritto-alla-difesa/.
Ultimamente, la relatrice, chiamata impropriamente “avvocato”, non essendo iscritta all’albo, ha aggiunto un’altra perla alla sua collana già smagliante. L’eccidio del 7 ottobre non avrebbe nulla a che vedere con l’antisemitismo. Lo sospettavamo. Si tratta sempre di oppressione, e l’accusa di antisemitismo è il solito paravento atto a sviare l’attenzione da questa terribile realtà.
Bisogna concludere che gli oppressi di Hamas avrebbero redatto nel 1988 uno Statuto mai abrogato e impregnato di tropi antisemiti, per puro ossequio folkloristico, così come sarebbero del tutto irrilevanti le affermazioni esaltate di chi il 7 ottobre tra i carnefici di Hamas, ha scannato giubilante con le proprie mani civili israeliani chiamandoli “ebrei”, come, ovviamente, è del tutto immaginaria la filiazione diretta tra antisemitismo nazista e antisemitismo islamico, di cui studiosi del calibro di Jeffrey Herf, Matthias Küntzel, Klaus Gensicke, ecc. hanno dato puntigliosamente conto, http://www.linformale.eu/il-connubio-nazi-islamico-e-le-sue-conseguenze-storiche/, e con cui Hamas è in assoluta consonanza.
C’è da chiedersi se l’Albanese crede fino in fondo a ciò che dice, se è effettivamente e inconsapevolmente un utile idiota del jihadismo, oppure, recita (male) per convenienza solo una parte.
Alla fine conta poco. Conta che, in un momento in cui Israele combatte una guerra esistenziale, non sia concessa la possibilità di entrarvi a chi sostiene apertamente le ragioni di coloro che ne vorrebbero la cancellazione.