Ebbene sì, l’organizzazione politica e paramilitare Al Fatah, che contende ad Hamas il ruolo di guida del popolo arabo palestinese, ha una diramazione anche in Italia. “Al Fatah Italia” vanta una pagina facebook seguita da circa 6.000 fan, vero e proprio megafono della propaganda palestinista quasi quanto il Movimento Bds (Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni contro Israele).
Fa sorridere pensare che esista un movimento chiamato “Al Fatah Italia”, con tanto di pagina facebook avente come immagine del profilo l’effigie di Arafat e il simbolo dell’organizzazione. Eppure riscuote un certo consenso, presumibilmente tra i musulmani e gli antisionisti italiani.
Alcuni post pubblicati dai gestori della pagina sfiorano il grottesco, come l’odierno “comunicato stampa”, così viene definito, che spiega il punto di vista di “Al Fatah Italia” sui recenti disordini a Gerusalemme. Una vera e propria antologia della propaganda dell’Autorità Nazionale Palestinese. Un comunicato che sembra scritto sotto la dettatura di Abu Mazen, incentrato perlopiù sulla preoccupazione della sorte della moschea di Al Aqsa, che, com’è noto, a parere dei palestinisti rischierebbe di essere distrutta dai “cattivi sionisti”.
Anzi, secondo Al Fatah Italia, Al Aqsa sarebbe già stata distrutta, brutalizzata e vandalizzata dall’esercito israeliano, che avrebbe attaccato “rompendo le sue antiche e preziose porte, saccheggiando i suoi mobili, devastando librerie e uffici”. Tutta colpa dei metal detector che “inoltre ostacolano l’entrata e lo svolgimento del lavoro al personale e ai credenti la preghiera e, quindi, la libertà di culto“.
Lo sappiamo tutti che i metal detector ostacolano la preghiera, infatti nessuno si reca in Vaticano o al Kotel di Gerusalemme, a causa dei metal detector. Nessuno si reca alla Mecca, il luogo più sacro dell’Islam, per colpa dei metal detector. Vero, Al Fatah Italia?
Forte della recente presa di posizione dell’Unesco, determinata dall’influenza dei Paesi arabi ed ex filosovietici, Al Fatah Italia continua: “L’inasprimento dell’attacco israeliano viene come risposta alle numerose risoluzioni dell’Unesco, che affermano che la moschea di Al Aqsa è un luogo di appartenenza musulmana e senza nessun legame di diritto con gli ebrei, come in fondo hanno confermato più di cinquant’anni di inutili scavi e di investigazioni israeliane alla ricerca del cosiddetto tempio di Salomone.
Al Aqsa è un luogo sacro e vitale per i musulmani e in particolare per i palestinesi, quindi Israele deve cessare le sue continue provocazioni, le sue offese alla religione musulmana, le sue violenze contro i palestinesi che generano necessariamente esasperazione e violenza di risposta, sebbene imparagonabile per entità, e deve essere costretto dalla legalità internazionale a cessare immediatamente le sue pretese“.
Il Monte del Tempio non ha alcun legame con l’ebraismo. Lo dice la risoluzione Unesco votata da Paesi arabi e antisemiti. Diamine!
E ancora: “I palestinesi della Comunità di Roma e d’Italia (…) salutano con orgoglio, la resistenza eroica del loro popolo – musulmani e cristiani“. Una neppure troppo velata giustificazione delle violenze. Compresa l’orribile strage della famiglia Salomon. Intanto i morti erano solo “coloni”, quindi occupanti abusivi.
Ed infatti, proprio in proposito un altro mirabolante post della pagina facebook “Al Fatah Italia” supera i confini del ridicolo
Un volgare terrorista, Omar Al Abed, l’assassino dei Salomon, diventa eroe. Ma soprattutto “martire”. Peccato che non sia morto. E’ stato soltanto ferito ed è in cura in un ospedale. Israeliano.
Al Fatah Italia. Fa ridere solo il nome. Ma i post ancora di più.