Oltre 450 opere su circa 1.400 trafugate dai nazisti sono in mostra in due esposizioni, al muso d’Arte di Berna e alla Galleria federale di Bonn. Si tratta di opere per un valore complessivo di quasi un miliardo di euro, che erano state ritrovate cinque anni fa in una cavità segreta dietro la parete dell’appartamento di Cornelius Gurlitt, figlio del gallerista nazista Hildebrand meglio conosciuto come «Il ladro di Hitler», a Monaco di Baviera. Altri quadri erano in un appartamento sempre di proprietà di Gurlitt a Salisburgo.
Hildebrand Gurlitt, il padre di Cornelius, era uno dei quattro esperti d’arte più fidati di Hitler.
Tra le opere che i nazisti hanno depredato o confiscato alle istituzioni pubbliche in quanto “arte degenerata, capolavori come «Lussuria», la donna accovacciata scolpita da Auguste Rodin, «Il ponte di Waterloo» di Monet ed opere firmate da Picasso, Matisse, Chagall, Lucas Cranach, Dürer.
Le vittime degli espropri erano, inutile dirlo, quasi tutti ebrei. La doppia esposizione si propone infatti di «ricordare con rispetto le vittime degli espropri e dei furti oltre che gli artisti, collezionisti e mercanti d’arte perseguitati dal regime».
Soltanto per cinque di queste opere sono stati rintracciati o scoperti i legittimi proprietari, tra cui l’ultima circa un mese fa: il «Ritratto di una giovane donna seduta» di Thomas Couture, appartenuto a Georges Mandel, politico ebreo francese assassinato nel 1944.
Cornelius Gurlitt, che fino alla sua morte avvenuta nel 2014 ha sempre negato di sapere che quelle opere fossero state rubate, ha lasciato per testamento al museo di Berna 150 delle opere accumulate dal padre.
Lo stesso museo ha deciso di esporle in una mostra dal titolo «Arte degenerata confiscata e venduta». Sono tutte opere appartenute ad enti pubblici, come ribadito dall’ufficio stampa del museo: «Sappiamo da quali musei provengono. Abbiamo preso solo opere di cui eravamo sicuri al 100% che non fossero state rubate a privati».
L’esposizione di Bonn intitolata «Il furto d’arte nazista e le sue conseguenze» espone invece anche quadri di cui si ignora l’origine, ma una fondazione appoggiata dal governo tedesco «lavora per garantire che ogni opera rubata a proprietari ebrei sia restituita ai loro eredi».
Come detto, però, ne sono stati rintracciati solo cinque.