Islam e Islamismo

Chi sono i più importanti politici europei, di Daniel Pipes

“Chi è il più importante europeo vivente?” Chiedevo all’inizio del 2010. Il politico olandese  Geert Wilders, è stata la mia risposta, perché “più di tutti è in grado di occuparsi della sfida islamica che il Vecchio Continente si trova ad affrontare”. E ho prospettato anche la possibilità che emergesse come “figura di importanza storica mondiale”.

In altre parole, non mi sono concentrato sui comunissimi leader politici – la premier britannica, il presidente francese, la cancelliera tedesca o anche il Papa – ma sui politici perturbatori che guidano la rivolta dell’Europa contro l’immigrazione e l’islamizzazione. I politici convenzionali presumono in modo ottimistico che il continente se la caverà, che qualche forma di convivencia (che in  spagnolo sta per “convivenza”, un termine che risale all’Andalusia medievale) emergerà, che il multiculturalismo in qualche modo domerà la bestia del suprematismo islamico.

Ma mentre l’Europa, che ha una popolazione di 741 milioni di abitanti, si dirige verso la crisi culturale, i tassi di natalità delle popolazioni autoctone sprofondano, le aggressioni islamiste aumentano e mentre l’élite costituita dalle cosiddette 6P (polizia, politici, preti, stampa [press], procuratori e professori universitari) insiste in modo miope a sostenere che non c’è niente di cui preoccuparsi, queste belle parole hanno pochi fondamenti nella realtà.

Nel 2010, Wilders guidava ovviamente quegli individui e quei partiti che difendono la tradizionale civiltà occidentale – e che i media diffamano tacciandoli di essere di estrema destra, definendoli per l’esattezza civilizzazionisti. Wilders rimane un importante portavoce del civilizzazionismo, ma non esercita il potere dal 2012 e i sondaggi mostrano che un altro civilizzazionista, Thierry Baudet, ora attira più elettori. A posteriori, sembra che Wilders si sia soffermato eccessivamente sulla natura dell’Islam piuttosto che sui pericoli della migrazione.

Al suo posto, è emerso un certo numero di civilizzazionisti europei che detengono il potere attuale, specie nel formulare le politiche dei loro paesi nei confronti dei migranti e dell’Islam. L’evento chiave della loro comparsa è stata la grande follia di Angela Merkel del 2015-2016, quando, su suo invito, più di un milione di migranti per lo più musulmani arrivarono in Germania e altrove. E poi, come se non bastasse, la Merkel ha insistito affinché altri paesi membri dell’Unione europea accogliessero una parte dei migranti, suscitando un diffuso risentimento.

A mio avviso, sono dieci i leader civilizzazionisti di spicco del momento, qui di seguito elencati in ordine ascendente di importanza (per intenderci, questa è una mia valutazione e non un placet).

10. Siv Jensen, ministro delle Finanze norvegese, che guida un partito che si batte per limitare l’immigrazione

9. Christoph Blocher, ex capo del Dipartimento federale di giustizia e polizia svizzero e ancora una figura chiave nella politica anti-immigrazione del paese.

8. Robert Fico, ex primo ministro della Slovacchia e ancora un uomo forte dietro le quinte, che afferma che “non c’è posto per l’Islam” in Slovacchia e ha preso dei provvedimenti per evitare l’apertura delle moschee.

7. Miloš Zeman, presidente della Repubblica ceca, che mette in guardia contro l’immigrazione dei musulmani perché la loro integrazione in Europa è “praticamente impossibile”.

6. Markus Söder, premier bavarese, che chiede una maggiore sicurezza lungo il confine con l’Austria.

5. Heinz-Christian Strache, vice-cancelliere austriaco, che vuole porre fine alla “politica dell’islamizzazione” (ossia ad accogliere i migranti) e avviare invece una “politica rigida nei confronti dell’immigrazione”.

4. Horst Seehofer, ministro dell’Interno tedesco, che sta contrastando la cancelliera Merkel per tenere fuori dal paese i migranti illegali.

3. Matteo Salvini, ministro dell’Interno italiano, che ha fatto dello stop all’immigrazione incontrollata la sua massima priorità, a cui deve far seguito il compito ben più impegnativo di espellere 500 mila immigrati clandestini.

2. Jarosław Kaczyński, ex primo ministro polacco, ora eminenza grigia del paese, che ha formato un governo concentrandosi sulle questioni dell’immigrazione e dell’islamizzazione.

1. Viktor Orbán, il primo ministro visionario e autocratico ungherese che dal 2010 ha acquisito il controllo del parlamento dibattendo contro l’immigrazione incontrollata musulmana, per poi contrastare la Merkel e offrire una visione per una Europa cristiana tradizionale.

Alcune osservazioni su questo elenco di nomi: Jimmie Åkesson, leader dei Democratici svedesi potrebbe essere inserito in questa lista dopo le elezioni legislative in programma per settembre in Svezia. Non sono inclusi politici emergenti come il ministro della Salute tedesco Jens Spahn o il danese Morten Messerschmidt. A parte Blocher, Zeman e Kaczyński, questi uomini politici sono relativamente giovani, con delle carriere potenzialmente lunghe davanti a loro. La Jensen si differenzia dagli altri perché è l’unica politica donna della lista e non di un paese dell’Europa centrale.

Dopo molti anni di brancolamento nel buio, l’opposizione ai controlli lassisti sull’immigrazione e al multiculturalismo è ora diventata una forza significativa in nove paesi, sette dei quali sono membri dell’Unione europea. Prevedo che questo numero aumenterà sostanzialmente in breve tempo, forse diventando la metà dei 27 membri dell’Ue e cambiando la direzione dell’Europa nel suo complesso. E uno dei personaggi qui nominati potrebbe persino diventare una figura di importanza storica mondiale.

Traduzione dall’inglese di Angelita La Spada

Apparso in originale sul Washington Times, del 2 agosto 2018

 

 

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