Il cancelliere austriaco Sebastian Kurz ha chiesto di punire con “la massima severità prevista dalla legge” gli autori di un testo antisemita apparso su un libro di canzoni di una confraternita.
Il testo in questione, stampato nel 1997 con l’obiettivo di essere intonato durante le riunioni della confraternita “Germania zu Wiener Neustadt”, contiene frasi agghiaccianti di disprezzo nei confronti dell'”ebreo Ben Gurion” e auspici di una nuova Shoah in alcuni versi da brivido come «Dategli di gas, vecchi Teutoni, che facciamo il settimo milione».
Kurz si è riferito a questo libello a margine di un’intervista rilasciata al settimanale austriaco Falter la settimana scorsa.
L’incitamento all’odio razziale è illegale in Austria.
La confraternita interessata, “Germania zu Wiener Neustadt”, ha replicato alle accuse facendo sapere che la persona considerata responsabile di quel testo e quelle frasi antisemite è stata identificata ed espulsa dall’organizzazione.
Quella sul libro di canzoni della confraternita è stata la notizia nazionale maggiormente trattata in Austria per tutta la scorsa settimana anche perché Udo Landbauer, del Partito della Libertà (Freiheitliche Partei Österreichs; abbreviato in FPÖ), è attualmente un ministro del governo ed era un membro di quella confraternita.
Lo stesso FPÖ è stato fondato da un ex ufficiale nazista, Anton Reinthaller, e più volte è stato accusato di tollerare l’antisemitismo tra i suoi militanti.
L’FPÖ è entrato nella coalizione di governo, da dicembre, in seguito ai risultati delle elezioni di ottobre.
Episodi come questo non possono che imbarazzare il cancelliere Kurz, che invece è leader del Partito Popolare Austriaco (Österreichische Volkspartei, ÖVP), di orientamento conservatore, e ha più volte espresso parole di condanna nei confronti dell’antisemitismo e dell’antisionismo. Un’alleanza, quella tra ÖVP e FPÖ, che rischia di diventare non solo scomoda ma anche controversa.
Proprio Kurz ha optato per la linea dura, decidendo oggi di sciogliere la confraternita, sulla quale pende pure un’inchiesta della magistratura austriaca.
Un primo atto di possibile frattura tra i due partiti che compongono la coalizione di maggioranza.