Il 20 gennaio 1976 è avvenuto un vero e proprio massacro nel villaggio libanese di Damour. Dal campo profughi palestinesi di Tell al-Za’tar erano partiti i miliziani dell’OLP (Organizzazione per la Liberazione della Palestina) intenzionati a massacrare i civili del villaggio libanese situato a circa 25 km a sud della capitale Beirut, sull’autostrada principale del Paese.
Damour era abitato in prevalenza da cristiani.
Alla fine del massacro il villaggio piangerà ben 582 civili morti, tutti cristiano-maroniti. I sopravvissuti sono stati costretti a fuggire.
Il massacro si inquadra nell’ambito della guerra civile libanese durata dal 1975 al 1990, anni di forti tensioni tra cristiani e musulmani, in primis tra OLP e Falangi cristiano-maronite, che hanno portato addirittura alla divisione della capitale Beirut con una “Linea Verde” a delimitare la zona cristiana ad est e quella musulmana ad ovest.
Durante il massacro sono stati giustiziati venti miliziani falangisti, in seguito i civili sono stati disposti contro un muro e falciati con raffiche di mitra.
Tra gli uccisi, anche i famigliari del leader delle Forze Libanesi Elie Hobeika.
“Era un’apocalisse” ha testimoniato padre Mansour Labaky, prete cristiano-maronita sopravvissuto al massacro. “Stavano arrivando, migliaia e migliaia, gridando <Allahu Akbar! Attacchiamoli per gli arabi, offriamo un olocausto a Maometto!”> e massacravano tutti sulla loro strada: uomini, donne e bambini“.
In seguito, l’OLP ha trasferito nel villaggio di Damour, ormai privo di cristiani, i profughi palestinesi di Tel al-Zaatar. Soltanto dopo l’invasione israeliana del Libano nel 1982 i rifugiati palestinesi sono stati espulsi da Damour, permettendo agli abitanti originari di tornare al loro villaggio.
La maggior parte dei miliziani era composta da paramilitari dell’OLP e di Fatah.
Alcune fonti menzionano tra gli aggressori anche il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, il Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina e la milizia musulmana libanese al-Murabitun.
Secondo altri rapporti, ad affiancare l’OLP ci sarebbero stati anche miliziani provenienti dalla Siria, dalla Giordania, dalla Libia, dall’Iran, dal Pakistan, dall’Afghanistan e probabilmente anche terroristi dell’Armata Rossa Giapponese che erano stati addestrati dal Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina in Libano.