A dieci anni dall’operazione Orchard (6 settembre 2007), fortemente voluta dall’allora premier israeliano Olmert e decisiva per fermare lo sviluppo di un reattore nucleare siriano che avrebbe comportato il pericolo di una nazione ostile nuclearizzata e fuori controllo al confine con Israele, l’esercito israeliano consegue un altro importante successo militare proprio in Siria. Ad ammetterlo, a malincuore, è un portavoce dell’esercito siriano di Bashar al Assad, che ha annunciato che l’Idf ha attaccato una base militare delle forze lealiste nei pressi della città di Masyaf, ad ovest del paese.
Due i soldati siriani morti, ma irrimediabili i danni arrecati alla base siriana. L’attacco, secondo le fonti siriane, è partito dallo spazio aereo libanese da cui sono stati lanciati alcuni missili. Gerusalemme non ha confermato la notizia, che però è stata diffusa pure da fonti riconducibili all’opposizione siriana, secondo le quali sarebbe stato colpito anche un centro per la produzioni di armi chimiche.
Un duro colpo per la Siria di Assad, in un momento in cui oltretutto Israele sta conducendo una delle più grandi esercitazioni militari degli ultimi 20 anni al confine con il Libano. Anche i media libanesi hanno confermato la notizia della presenza di aerei israeliani nello spazio aereo di Beirut.
Probabilmente, Gerusalemme ha deciso di agire autonomamente, visto che gli accordi tra Usa e Russia per la tregua nella regione siriana e libanese non tengono conto delle puntuali obiezioni israeliane soprattutto sul pericolo Hezbollah. Un isolamento che Israele non ha gradito, decidendo di passare ai fatti.
Dieci anni dopo l’operazione Orchard, un’altra brillante azione militare israeliana ha messo in scacco matto la Siria.