Non ha deluso le attese il sessantotesimo Yom Hazmauth milanese presso la scuola umanitaria di via santa Barnaba. Un grande successo di pubblico, atmosfera coinvolgente e un’occasione imperdibile per ritrovarsi tra amici e per rendere finalmente reali alcune amicizie coltivate fino a ieri solo sui social network. Il 15 maggio milanese all’insegna del sessantotesimo anniversario dell’indipendenza di Israele è stato innanzitutto una gradevole rimpatriata, tra presentazioni di libri, dimostrazione di krav maga, premiazioni e cucina kasher.
Ad aprire la kermesse la coinvolgente conferenza del pensatore e studioso Haim Baharier. Padrone di casa Davide Romano, assessore alla cultura della comunità ebraica, che assieme al presidente di Adi-Amici di Israele Eyal Mizrahi ha organizzato l’evento. Mentre si svolgeva la lezione del filosofo, nel chiostro della scuola umanitaria cominciavano a ritrovarsi amici che non si vedevano da tempo o che addirittura si sono conosciuti in quest’occasione. Anche questa è stata la magia del sessantottesimo Yom Hazmauth a Milano, tra selfie con la bandiera di Israele, abbracci e nuove conoscenze. Prima ancora che Haim Baharier finisse di parlare, è cominciata in cortile la dimostrazione di krav maga a cura degli allievi della scuola di Gabrielle Fellus.
Le mosse della disciplina di autodifesa hanno incuriosito i presenti, anche se nessuno ha avuto il coraggio di provarle.
Alle 12.30, poco dopo l’inizio della presentazione del libro “Sono Sionista” di Edith Besozzi, il momento più coinvolgente: l’intervento del candidato sindaco Stefano Parisi, che tra gli applausi non ha mancato di dimostrare la sua solidarietà e vicinanza ad Israele e al suo popolo. Hanno parlato anche altri candidati alla carica di consigliere comunale o di zona in vista delle prossime amministrative.
Al termine dei saluti politici e istituzionali, è stato premiato il giornalista de “Il Foglio” Giulio Meotti, che ha ricevuto la targa dell’associazione Adi-Amici di Israele come segno di riconoscenza per le sue battaglie a favore di un’informazione corretta e non apertamente ostile nei confronti di Israele, come purtroppo è ormai abitudine consolidata in Italia e in Europa. Lo stesso Meotti, ritirando il premio, ha ricordato le mancanze e anomalie dei media occidentali nel trattare le delicate tematiche del Medio Oriente.
La gradevole giornata è proseguita con il pranzo kasher preparato dal ristorante milanese Carmel e canti e balli popolari israeliani, mentre in sala si è svolta la presentazione di altri due libri: le “Lettere di Jonathan Netanyahu”, eroe di Entebbe e fratello dell’attuale premier, e “Israele e gli altri, un dissidio irrisolto” di Anna Momigliano.