Le dichiarazioni fatte lo scorso 14 aprile al programma televisivo “Stasera Italia” dal Ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, non possono non lasciare sconcertati considerato che giungono subito dopo il pesante attacco missilistico del regime iraniano nei confronti di Israele.
Tajani ha infatti affermato:
“Gli iraniani ci hanno assicurato che verranno rispettati i nostri militari italiani nell’area…Il contingente italiano in Libano è sotto l’egida dell’Onu, è in condizioni di essere protetto, non credo ci siano pericoli né per i militari italiani né per i cittadini italiani in Israele e in Iran“.
Quanto agli attacchi degli Houthi in Mar Rosso, Tajani ha spiegato come gli sia stato assicurato che “verranno attaccate solo le navi che porteranno le armi a Israele”.
Tajani ha inoltre aggiunto: “Netanyahu cominci ad ascoltarci, Israele non logori il rapporto con noi”.
Tajani in poche parole è riuscito a dire tutto quello che non doveva. O forse è stato un bene che l’abbia detto, così almeno le dinamiche ora sono chiare.
Tre i punti salienti che emergono dalle parole di Tajani. Per prima cosa il regime iraniano ha assicurato al Ministro degli Esteri che i militari italiani in Libano non sono a rischio. Quindi Tajani si affida agli ayatollah per la salvaguardia del contingente italiano? Già questo è un aspetto imbarazzante e sorge spontaneo chiedersi se tale garanzia venga data o meno in cambio di qualcosa da parte dell’Italia.
In secondo luogo, Tajani è stato rassicurato dal regime iraniano che gli Houthi attaccheranno solo le navi che portano armi in Israele.
Alla faccia della libertà di transito nello Stretto. Attenzione poi, perché l’Italia guida assieme alla Grecia la missione europea “Aspides” nel Mar Rosso proprio per salvaguardare il traffico marittimo dagli assalti degli Houthi, proxy iraniano nello Yemen. E’ questa la professionalità con la quale il Ministro degli Esteri pensa di affrontare la missione? Se gli Houthi attaccano le navi dirette in Israele allora ci si può sentire rassicurati?
Le affermazioni di Tajani pongono tra l’altro molti interrogativi anche sui rapporti tra Roma e il regime di Teheran.
Come se non bastasse, Tajani chiede anche a Israele di ritirarsi unilateralmente da Gaza (dunque senza rilascio degli ostaggi), il che significa chiedere a Israele di perdere la guerra con Hamas, organizzazione terrorista nella black-list europea e statunitense. Certo, altrimenti, se Israele osasse vincere la guerra, si logorerebbero i rapporti con l’Italia. Nel contempo però Tajani afferma che “l’Italia è amica di Israele”. Con amici come questi, meglio avere dei nemici.
Le dichiarazioni di Tajani sono di una gravità inaudita ed è forse giunto il momento che la premier Meloni riferisca in Parlamento sulle posizioni italiane nei confronti di Israele ma soprattutto sui rapporti con il regime iraniano.