Nessuna possibilità di mostrare la bandiera con la stella di David su vele e divise e divieto assoluto di suonare l’inno nazionale nel caso gli atleti israeliani avessero conquistato il titolo. Queste le condizioni che la Malesia ha posto per concedere il visto ai giovani atleti israeliani che avrebbero dovuto partecipare al campionato mondiale giovanile di vela. Intollerabili. Inaccettabili. E infatti il visto agli atleti israeliani non è stato concesso, a 24 ore dall’inizio della kermesse.
I Mondiali giovanili di vela partiranno domani senza gli atleti di Israele, alcuni dei quali avrebbero potuto puntare al titolo. Reazioni? Nessuna. Ci si aspetterebbe il rifiuto di partecipare da parte di tutti gli atleti degli altri Paesi, l’espulsione della Malesia dalla Federazione internazionale, drastici provvedimenti degli organismi internazionali non solo sportivi.
Invece, la notizia viene data con estrema cautela, punti interrogativi e soprattutto senza alcuna conseguenza. I Mondiali partiranno, ma la Federazione si riserva di indagare sull’accaduto.
Cosa dice il presidente della Federazione?
Stiamo seguendo la situazione da vicino, due vice presidenti internazionali stanno arrivando in Malesia e della vicenda abbiamo investito sia il Cio, che il comitato olimpico nazionale malese. Stiamo aspettando risposte dirette in merito sulla vicenda. E siccome c’è già stato il precedente del caso Oman, aspettiamo prima di esprimere una posizione ufficiale
Aspettiamo a condannare, aspettiamo a prendere posizioni ufficiali. Vedremo.
Purtroppo il presidente della Federazione Internazionale Vela (ISAF) è italiano. Carlo Croce, presidente anche della Federazione Italiana. Possiamo dirlo, in questa vicenda pure l’Italia non ne esce benissimo.