Uno dei casi più emblematici di incontri tra storia e finzione è senza dubbio il caso dell’ufficiale inglese T. E. Lawrence, più noto come “Lawrence d’Arabia”, e della leggenda che è stata costruita attorno alle sue gesta e a quelle della “grande rivolta araba” che si svolsero durante la Prima guerra mondiale.
Gli aspetti squisitamente storici della vicenda sono stati già descritti su l’Informale http://www.linformale.eu/la-leggenda-della-grande-rivolta-araba/ qui vedremo come si è costruita e sviluppata l’autentica leggenda di Lawrence e della inesistente rivolta araba che però influenzerà moltissimo l’assetto futuro di tutto il Medio Oriente.
Per prima cosa occorre capire chi fosse davvero T. E. Lawrence prima di diventare la leggenda conosciuta in tutto il mondo.
Creazione di un mito
Lawrence si arruolò nell’esercito di sua maestà nel 1914 allo scoppio della Prima guerra mondiale. Egli aveva una buona conoscenza del Medio Oriente, infatti, negli anni precedenti il conflitto aveva fatto numerosi viaggi di carattere archeologico in molte zone dell’Impero ottomano. Per questo motivo fu assegnato al servizio cartografico dell’esercito britannico di stanza in Egitto, e successivamente inserito come giovane ufficiale nell’Arab Bureau del Cairo.
In virtù delle sue conoscenze territoriali e linguistiche, iniziò a partecipare alle trattative, che dal 1915 fino allo scoppio della “rivolta araba” del 1916, vennero condotte dal governatore d’Egitto McMahon con la famiglia hashemita dello Hijaz. Lawrence, oltre che una buona conoscenza del territorio, aveva padronanza dell’arabo e simpatia per la causa araba, perciò divenne molto rapidamente la figura di collegamento tra l’esercito britannico e Hussein e suo figlio Feisal.
Lawrence era il tramite attraverso cui passavano le richieste arabe di soldi, armi e istanze politiche per il futuro assetto territoriale post Impero ottomano. I suoi resoconti ufficiali e le sue impressioni coeve (documentate negli archivi britannici e nel libro da lui pubblicato I sette pilastri della saggezza) inviate ai suoi superiori al Cairo e a Londra non furono mai troppo distanti dalla realtà dei fatti. In che modo, dunque, si è potuta sviluppare una completa alterazione della realtà?
Ciò avvenne grazie a un americano di nome Lowel Thomas.
Thomas era, all’epoca della sua avventura in Medio Oriente, un giovane showman di 25 anni dell’Ohio che fino ad allora aveva girato per il Nord America in cerca di fama, fortuna e avventura. Tra le varie cose, aveva anche lavorato part-time come insegnante di public speaking a Princeton quando, alla fine del 1917, raccolse abbastanza soldi per andare prima in Inghilterra e poi, assieme e un cameraman, a “documentare” la guerra in Medio Oriente, alla ricerca di una storia vendibile ricca di romanticismo e folklore locale. In Egitto si imbatté in Lawrence, un ufficiale britannico che indossava abiti arabi anziché l’uniforme di sua maestà. Il fascino del giovane ufficiale era quello che serviva per creare una storia da poter vendere al pubblico americano ed europeo. Così Thomas decise di renderlo l’eroe di una storia colorata e affascinante con alcuni punti reali sui seguaci arabi di Hussein e Feisal e il ruolo che avevano avuto nella guerra contro l’Impero ottomano.
La storia, così concepita, doveva costituire la base di uno spettacolo nel quale – sacrificando la verità dei fatti al valore dell’intrattenimento – l’autore americano immaginava Lawrence come l’ispiratore e il leader di una rivolta araba che arrivò a distruggere l’Impero turco. Lo spettacolo di Thomas era concepito come una conferenza arricchita con numerose fotografie scattate durante la sua permanenza in Medio Oriente durante la guerra. Lo spettacolo fu intitolato L‘ultima crociata e Thomas riuscì a farlo programmare al Century Theater di New York nel marzo 1919, con il pieno sostegno del New York Globe.
Poche settimane dopo, visto il successo dello spettacolo, decise di trasferirlo nel vecchio Madison Square Garden, molto più capiente. Successivamente, un impresario inglese decise di portare, questa affascinante storia, a Londra, dove fu rappresentato nelle sale più importanti: la Royal Opera House a Covent Garden e l’Albert Hall.
Anche in Gran Bretagna ottenne un successo colossale. Fu messo in scena a Londra per sei mesi e le cronache del tempo riportarono che fosse stato visto da quasi un milione di persone. Thomas, visto il successo ottenuto, decise di portare lo spettacolo in un tour in giro per il mondo. Così il giovane Thomas divenne ricco e famoso e il colonnello T. E. Lawrence divenne il leggendario “Lawrence d’Arabia”.
La storia rappresentata nello spettacolo di Thomas aveva poco di reale e doveva, invece, molto alla fantasia del suo autore. Così, ad esempio, i soldati arabi impegnati in guerra da Feisal e Lawrence contro le truppe turche divennero 200.000 invece che i reali 3.500/4.000 che non fercero mai una vera battaglia contro i turchi (complessivamente gli arabi equipaggiati dagli inglesi furono circa 50.000 ma oltre il 90% di essi non lasciò mai la regione dello Hijaz e anzi molti furono i casi di diserzione dopo aver ricevuto salario ed equipaggiamento). Nei racconti fantasiosi di Thomas queste truppe furono le vere artefici della sconfitta ottomana, e il pubblico di tutto il mondo credette a questa storia romanzata.
La cosa più incredibile fu, che gli stessi attori reali delle vicende (Hussein, Feisal e Lawrence) iniziarono loro stessi a crederci e ad agire di conseguenza. Gli hashemiti a richiedere territori enormi per la propria famiglia durante le trattative di pace con la Turchia. Gli inglesi li ricompensarono abbondantemente: Hussein divenne re del Hijaz (corrispondente a metà dell’attuale Arabia Saudita) reso subito indipendente, mentre i suoi due figli, Feisal prima fu nominato re di Siria ma fu cacciato dai francesi e divenne così re della Mesopotamia, e Abdallah divenne re della Transgiordania. Lawrence, nel 1921, fu nominato da Winston Churchill, contro il parere della commissione incaricata dal governo, come suo consigliere speciale per il Medio Oriente ad accrescerne ulteriormente la fama. Con questo incarico ebbe notevole influenza su Churchill e su tutto l’esecutivo britannico dando una versione alterata degli avvenimenti realmente accaduti tra il 1916 e il 1918 (e da lui stesso riportati nei suoi dispacci dell’epoca). Egli contribuì, inoltre, alla leggenda del “tradimento britannico” ai danni degli arabi che iniziò a circolare dopo l’istituzione dei Mandati internazionali.
I fatti realmente accaduti furono ricomposti e resi pubblici dalla Commissione Peel istituita del governo britannico nel 1937, ma di questa Commissione e delle sue conclusioni, oggi, nessuno se ne ricorda più mentre tutti si ricordano di Lawrence d’Arabia e del “tradimento” inglese.