Articolo di Paola Farina per VicenzaPiu
Oggi 30 novembre Giornata Nazionale (in Israele) di Commemorazione dei profughi ebrei dai paesi arabi, ieri 29 novembre Giornata Mondiale di Commemorazione per il popolo palestinese (entrambe le giornate ricordate senza gloria e senza infamia, direi con freddo entusiasmo in Italia, con una differenza che quella per gli Ebrei è nazionale israeliana e quella per i Palestinesi è mondiale). Il 23 giugno del 2014 la Knesset (Parlamento Israeliano) ha approvato una legge che proclama il 30 novembre come Giornata Nazionale Annuale di Commemorazione per i circa 850.000 profughi ebrei che sono stati sfollati dai paesi arabi e dall’Iran nel XX secolo.
Dubito che la Giornata “a valenza ebraica” possa essere, nel breve, commemorata in tutto il mondo sotto l’egida dell’Onu…Ieri 29 novembre, ricorreva la Giornata di Solidarietà con il Popolo Palestinese, in virtù del mandato conferito dall’Assemblea Generale con le risoluzioni 32/40 B del 2 dicembre 1977 e 34/65 D del 12 dicembre 1979 e successive risoluzioni adottate dall’Assemblea Generale sulla questione palestinese. Con triste onestà intellettuale devo ammettere che ieri non ho letto di commemorazioni e grandi manifestazioni di solidarietà in Italia e nel mondo. A che serve l’Egida Onu se nessuno si ricorda? Poveri palestinesi, dimenticati dai loro stessi sostenitori…Strano? No, normale…non è colpa di Israele.
Tra il 1948 e il 1976 ben 881.000 Ebrei furono costretti ad abbandonare le loro abitazioni, i loro beni e i loro affetti nei paesi arabi.
Qualche traccia:
1912 Marocco: sinagoghe distrutte, Libri della Torah stralciati e buttati sulle strade e 45 ebrei giustiziati e fu così che 70.000 ebrei fuggirono segretamente dal Marocco
Libia: 1945-46 – Massacro degli ebrei di Tripolitania; cinque sinagoghe distrutte, mille negozi ebraici saccheggiati, 4.000 ebrei persero la casa.
1948 – Attacco al quartiere ebraico di Tripoli, uccisi 14 ebrei, 22 feriti gravemente, enormi danni economici
1948 Egitto Uccisi ebrei nel quartiere ebraico, 200 feriti. Oggi resta poco degli antichi splendori di questa comunità che prima del 48 contava migliaia di persone. La bellissima sinagoga di Abbasseya è abbandonata, il cimitero ebraico è lasciato nel degrado più completo, mentre la storica sinagoga di Mar Girghis, è tenuta in sesto per le visite turistiche.
Iraq: 1950-60. La persecuzione degli ebrei continua dopo il pogrom Farhud. L’oppressione e l’ uccisione di ebrei iracheni continuò fino agli anni ’60. Dopo il pogrom Farhud e le persecuzioni degli anni ’40 e ’50, gli ebrei rimasti in Iraq vengono tormentati dal nuovo regime. Nel 1968 il partito Ba’ath restringe le loro libertà di movimento e confisca le loro proprietà. Molte volte la polizia porta via gli ebrei da casa e non se ne sa più nulla. L’uccisione di 50 ebrei e l’arresto di altre centinaia accelera l’emigrazione degli ebrei rimasti, dopo l’evacuazione ad opera del Governo di Israele che segretamente riesce, tra il 1950 e il 1952 a sfollare 130.000 ebrei iracheni; non solo, il Governo ha “sempre segretamente” trasferito in aereo 50.000 ebrei dallo Yemen tra il 1948 e 1949 e tra il 1949 e 1951 30.000 ebrei dalla Libia. Dall’inferno verso Israele portandosi dietro il nulla e lasciando tutto agli arabi. Senza lamentarsi più di tanto, rimpiangendo magari gli effetti materiali, ma preservando affetti e valori interiori, che sono i veri punti di forza della cultura e dell’anima ebraica.
Poi nel 1967 l’ultima fuga forzata degli Ebrei dalla Libia
Tra il 1946 e il 2014 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite si è riunita 197 volte per discutere lo status dei “profughi palestinesi” senza menzionare mai una sola volta la condizione dei profughi ebrei dai paesi arabi. Onu e Unesco sono due enti che trasmettono gli effetti della deflagrazione della giustizia. ONU? No grazie! UNESCO? No, grazie! Per carità, non per polemica, ma per equità!