Martedì scorso, all’assemblea delle Nazioni Unite, il re di Giordania Abdullah II ha chiesto con rabbia giustizia per i palestinesi, affermando che “nessuna ingiustizia ha diffuso più frutti amari che la negazione di uno stato palestinese”.
Mi trovo d’accordo con il re su questo punto. I palestinesi devono avere uno stato. La mancanza di uno stato per loro ha causato molti problemi, non solo ai palestinesi, ma anche agli israeliani, ai libanesi (a cui ho assistito personalmente), ai giordani (come lui ben sa), agli egiziani e ad altri. Questo è un fatto, e non abbiamo bisogno di promemoria da parte di Abdullah.
Ma dopo aver ripetuto questo luogo comune, il re non è riuscito ad affrontare le ragioni per cui non c’è uno stato palestinese. Invece, ha alimentato la falsa narrazione che Israele è la causa quando ha detto: “Israele deve abbracciare la pace o eventualmente essere inghiottita da un mare di odio in una tumultuosa regione”.
Gli ebrei hanno avuto a che fare con l’odio arabo per decenni. In realtà gli ebrei hanno avuto a che fare con l’odio ben prima che Israele fosse diventato indipendente, ma l’odio e la mancanza di uno stato palestinese sono esattamente le conseguenze delle azioni arabe, non delle azioni di Israele. Il re ha mostrato la sua piccolezza omettendo di riconoscere questo fatto e ciò che il suo regno ha avuto a che fare con tutto ciò.
Non è riuscito a riconoscere che ai palestinesi fu offerto uno stato nel piano di spartizione del 1947 delle Nazioni Unite, che gli ebrei accettarono ma che gli Stati arabi, tra cui la Giordania, respinsero. Non è riuscito a riconoscere che Israele ha offerto ai palestinesi uno stato diverse volte da allora, ma che le offerte sono state respinte con il supporto degli stati arabi.
Cosa ancora più importante, non è riuscito a riconoscere che il principale ostacolo che rimane in piedi riguardo a uno stato palestinese è l’odio arabo nei confronti di Israele e la violenza araba nei confronti di Israele. Che l’odio e la violenza continua a dividere i palestinesi, eterodiretti da truffatori e terroristi.
L’ipocrisia del re presso l’ONU corrisponde alla sua ipocrisia nel libro “La nostra ultima migliore opportunità: La ricerca della pace in un momento di pericolo”, che ha pubblicato nel 2011. In questo libro fa la stessa rivendicazione di sostegno ai palestinesi, mentre cerca di vendere una storia che evita tutta le colpe agli arabi e addossa tutte le colpe a Israele.
Esprimendo a parole il concetto di uno stato palestinese senza ammettere le ragioni per cui tale nozione non si sia materializzata e senza riconoscere ciò che deve essere fatto oggi per realizzarlo, il re ha dimostrato che non ha né coraggio né sincerità. Il re ha dimostrato di essere molto piccolo* davvero.
* (N.d.T.) Husain, padre dell’attuale re, venne chiamato “Malik quali-l”, il “piccolo re” dai suoi detrattori arabi (dopo che i suoi ammiratori inglesi lo avevano soprannominato “il coraggioso piccolo re”)
Articolo di Fred Maroun per il Times of Israel, tradotto dall’inglese da Diego Ibrahim Manca
(Fred Maroun è un canadese di origine araba che ha vissuto in Libano fino al 1984, anche durante i 10 anni di guerra civile. Fred sostiene il diritto di Israele di esistere come stato ebraico, e lui sostiene un Medio Oriente liberale e democratico, dove tutte le religioni e nazionalità, tra cui i palestinesi, possono coesistere in pace tra loro e con Israele, e in cui i diritti umani siano rispettati. Fred è un ateo, un liberale sociale, e un sostenitore della parità di diritti per le persone LGBT in tutto il mondo. Fred Maroun scrive per Gatestone Institute.)