La lunga vita dei deliri. L’ombra di Hitler accompagnata da quella di Amin el-Husseini, e alle sue spalle quella dei Protocolli dei Savi di Sion. L’eterno ritorno dell’immondizia riciclata per generare la violenza. Una Palestina judenfrei, primo passo per un mondo judenfrei.
La Carta di Hamas. Il manifesto programmatico del gruppo che controlla Gaza, e che oggi è alleato dell’Autorità Palestinese ricicla come roba buona, evergreen, materiale purulento di grande suggestione. Più sono colossali le bugie, più attecchiscono come scrive Hitler nel “Mein Kampf”. Vediamo un caposaldo. Il progetto egemonico degli ebrei, il loro piano di controllo mondiale è rivelato. All’articolo 32 si legge, “Il loro schema è esposto nei Protocolli dei Savi di Sion e la loro condotta presente è la miglior prova di ciò che viene detto lì”.
I Protocolli. Immarcesicibili. La più grande patacca cospirazionista di sempre, confezionata con centoni dalla polizia zarista trasformati in documento veritiero di una fantomatica riunione per destabilizzare e governare il mondo. Non è necessario scomodare Jung per vedere qui il potere affatturante, stregonesco di un archetipo nero.
Nel 1988, durante la prima Intifada, appare anche il primo volantino ufficiale del gruppo fondamentalista, costola palestinese dei Fratelli Musulmani, è bene non dimenticarlo. In esso è già presente lo spirito che informerà la futura Carta. “O gente nostra, uomini e donne. O figli nostri: gli ebrei, fratelli delle scimmie, assassini dei profeti, sanguisughe, guerrafondai, vi stanno uccidendo, vi stanno privando della vostra vita dopo avere saccheggiato la vostra patria e le vostre case. Soltanto l’Islam può spezzare gli ebrei e distruggere il loro sogno…La liberazione non sarà completa senza sacrificio, sangue e la jihad che continuerà fino alla vittoria”.
Ai cosiddetti “collaborazionisti” viene data la morte. Così come, nel 1936-39, il Mufti di Gerusalemme liquidò i suoi oppositori palestinesi senza battere ciglio, a cinquant’anni di distanza Hamas provvede a liquidare tra il 1987 e il 1993 almeno 942 (ma è una stima cauta) uomini e donne palestinesi accusati di essere al servizio di Israele.
Anche durante l’estate di due anni fa, mentre da Gaza partivano raffiche di razzi su Israele e le piazze dell’Europa e non solo si riempivano di manifestanti filopalestinesi che inneggiavano slogan antisemiti, avevano luogo escecuzioni pubbliche di presunti collaborazionisti.
Hamas definisce se stesso come un “movimento universalista” il quale chiama al jihad i musulmani di tutto il mondo. Il nemico non è solo Israele, ma “il sionismo mondiale”. Hamas è “la punta di lancia e l’avanguardia” nella lotta contro “il sionismo mondiale” (articoli 2,7 e 32 della Carta).
Oggi non si è più antisemiti. Si è antisionisti.