Il Parlamento tedesco ha votato per riconoscere come genocidio le uccisioni e deportazioni attuate dall’Impero ottomano nei confronti degli armeni nel 1915, spingendo il presidente turco Reccep Tayyip Erdogan a minacciare che le relazioni tra i due paesi ne soffriranno.
La Turchia ha richiamato il suo ambasciatore a Berlino, dopo che il Bundestag ha approvato la risoluzione per alzata di mano, con un solo voto contrario e un’astensione. La decisione pone la Germania in linea con paesi come Francia, Russia, Grecia, Svezia e Paesi Bassi nel riconoscere gli eventi avvenuti durante la prima guerra mondiale come una deliberata campagna di sterminio.
Il voto “potrebbe seriamente influenzare le relazioni ta Turchia e Germania”, ha detto Erdogan ai giornalisti nel corso di un viaggio in Kenya. “Discuteremo le misure che possono essere adottate al mio ritorno e poi prenderemo i provvedimenti necessari”.
Prima del voto, Merkel ed Erdogan avevano parlato per telefono martedì scorso, nel tentativo di preservare l’accordo sui rifugiati tra Unione europea e Turchia. Questo accordo è fondamentale per premiare gli sforzi della Merkel per arginare l’immigrazione e invertire il trand di afflusso record di richiedenti asilo verso la Germania che si è registrato lo scorso anno.
Anche se Angela Merkel non ha potuto partecipare al voto, i tre partiti che fanno parte della coalizione di governo e i Verdi si sono uniti per votare a favore. “Le controversie fanno parte della cultura democratica” ha commentato la Merkel ai giornalisti. Secondo la Cancelliera, i legami turco-tedeschi sono abbastanza saldi, soprattutto in materia di sicurezza, da poter resistere ad “una differenza di opinioni su una questione particolare”.
La risoluzione contiene un dichiarazione di rammarico e scuse da parte tedesca per non aver fatto nulla per fermare lo spargimento di sangue armeno per mano degli alleati ottomani, pur avendo ricevuto informazioni sugli eventi. La Turchia ha riconosciuto che sono avvenute uccisioni e deportazioni a partire dal mese di aprile 1915, ma ha contestato l’etichetta genocidio.
In realtà, questa risoluzione appare anche un atto politico ed un avvertimento della Germania alla Turchia. Berlino ha fatto capire ad Erdogan di non volersi più sottomettere.
Sottolineando la fragilità dell’accordo sui rifugiati, Erdogan la scorsa settimana aveva minacciato di non rispettare gli impegni della Turchia di riprendere i migranti che cercano di andare verso l’Europa a meno che l’Unione europea non accetti di eliminare l’obbligo di visto per i turchi che vogliono entrare in area Schengen. Il giorno dopo, la Merkel ha detto che l’UE non avrebbe accettato la richiesta di eliminare i visti entro la scadenza di giugno.
Un braccio di ferro.