Shadi Jirani, una bambina tanzaniana di diciotto mesi è nata con un buco gigante nel cuore. Senza chirurgia le sue possibilità di sopravvivenza erano fosche. Shadia è stata la prima bambina trasportata nella sala chirurgica dell’istituto cardiaco Jakaya Kiwete (JKCI) a Dar es Salaam in Tanzania durante una missione medica di una settimana condotta da una squadra di cardiologi, infermieri e volontari del Save a Child’s Heart (SACH) che fa parte del centro medico Wolfson di Holon, in Israele.
“Sembra che il SACH sia arrivato appena in tempo”, ha sottolineato Randi Weiss, la direttrice del SACH Young Leadership, nel suo blog quotidiano, sulla missione sponsorizzata dal Save a Child’s Heart in Canada.
Shadia sta bene dopo una operazione durata tre ore e condotta dal capo chirurgo, il dottor Lior Sasson e dal Dr Godfrey Godwin, il primo chirurgo pediatrico tanzanese che si è formato con gli specialisti del SACH in Israele durante sei anni con il sostegno della fondazione australiana Pratt. Ad assisterli c’era il dottor Yayehyirad Mekonnen, il quale si sta specializzando in Israele attraverso il SACH per diventare il primo chirurgo pediatrico dell’Etiopia.
Mentre l’operazione di Shadia era in corso il 6 marzo, il dottor Akiva Tamir e il dottor Sagi Assa stavano guidando una squadra che eseguiva delle caterizzazioni cardiache al piano di sotto.
La squadra del SACH ha lavorato con Godwin e il chirurgo pediatrico, il dottor Naiz Majani, anche lui specializzatosi in Israele con il SACH. Malgrado questi medici lavorino indipendentemente con la loro squadra al JKCI, il SACH invia tre volte all’anno delle squadre mediche a fornire assistenza al grande numero di bambini che aspettano interventi per salvare loro la vita.
Durante il loro primo intervento hanno riparato il buco nell’arteria di una bambina il quale minacciava la sua sopravvivenza, evitandole l’intervento chirurgico e mesi di degenza. Una caterizzazione di questa natura è la prima volta che viene eseguita in Tanzania.
Gli israeliani si sono portati appresso l’equipaggiamento medico insieme a libri da colorare e a boll di saponee per rallegrare i giovani pazienti. Volontari non specializzati da Los Angeles e Israele hanno incluso Dafna Jackson, l’assistente personale del principale sponsor the SACH, Morris Kahn.
“La squadra tanzaniana e quella israeliana si sono trovate all’unisono come se avessero lavorato insieme da anni”, ha riferito Weiss. “Hanno preparato efficientemente e rapidamente i loro dipartimenti per le rispettive procedure e nel giro di un paio di ore hanno iniziato ad offrire assistenza alle lunghe file dei bambini e dei loro parenti fuori dalla clinica cardiologica, ognuno in attesa di avere un ecocardiogramma”.
La dottoressa Alona Raucher del SACH ha lavorato con Majani per esaminare i parametri dei bambini dalla Tanzania e da Zanzibar. Alcuni nel futuro prossimo verranno in Israele per degli interventi salvavita.
Un paziente di una caterizzazione è stato Muhammad Ali di cinque anni da Zanzibar, curato in Israele per quattro anni per il PDA, un’apertura persistente tra due vasi sanguigni del cuore. “Questa volta la squadra sapeva che questo intervento sarebbe stato parte di una cura in due fasi necessaria per questo problema complesso”, ha commentato Weiss. “Per quattro anni sua madre lo ha portato a incontrare la nostra squadra medica durante le sue missioni a Zanzibar e ha aspettato il giorno in cui le sarebbe stato detto di tornare in Israele insieme a lui per l’intervento finale”.
Ciò nonostante in virtù dei recenti sviluppo nella caterizzazione pediatrica e grazie alla competenza offeta dai medici israeliani, il bambino ha potuto ricevere il suo intervento finale in Tanzania e non necessiterà di ulteriori operazioni.
Un’altro incontro intenso è stato quello tra Dorice, di diciannove mesi e sua madre Elieth che è tornata in seguito all’intervento salvavita che Dorice ha ricevuto in Israele nel dicembre del 2015. Questo è stato un caso memorabile perché mentre Dorice era sotto i ferri sua madre ha dato alla luce al Wolfson una bambina sana. Dorice è stata poi esaminata in Tanzania e reputata guarita. Poi c’è stata Esther, una orfana curata in Israele nel 2010 per una malattia reumatica del cuore. La sua ecografia è stata ottima e da quello che hanno detto i medici non avrà necessità di altri interventi nel prossimo futuro.
Tra i nuovi pazienti c’era Khaifu, di quattro anni, portato da suo padre Abraham. Khaifu è stato malato per due anni, ma la clinica nel villaggio della famiglia a dieci ore da Dar Es Salaam non sapeva come aiutarlo. Un dottore durante una visita umanitaria dall’Inghilterra alla fine fece una diagnosi e indirizzò braham al JKCI. Arrivarono tre settimane prima del SACH e Majani pensò che la cosa migliore fosse di aspettare l’arrivo dei colleghi israeliani. Un Abraham riconoscente ha detto al SACH, “Ogni giorno prego Dio di salvare mio figlio perché so che è nei guai. Non può godere della vita a causa del suo cuore malato. Ho cercato in molti modi di salvare mio figlio. Adesso siamo qui e voi siete qui e pregherò soltanto”.
Save a Child presto sarà all’avanguardia in un ospedale per bambini al Wolfson che aiuterà a migliorare le cure per i bambini israeliani della regione e includerà un centro internazionale pediatrico per il cuore. L’anno scorso una televisione australiana ha mandato in onda una trasmissione su come il dottor Godwin e la sua squadra si sono specializzati in Israele per portare poi l’abilità acquisita in Tanzania per salvare i bambini.