Israele e Medio Oriente

Obama boicotta la Mogherini: sì alla clausola anti-Bds nel TTIP

Dopo una battaglia estenuante, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha firmato le disposizioni di legge (TPA) con cui il Congresso delega all’Amministrazione il potere di negoziare gli scambi commerciali con Asia (TPP) e Ue (TTIP). Tali disposizioni contengono alcuni provvedimenti finalizzati a contrastare il movimento anti-israeliano “Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni” in Europa. Il TPA è passato dopo una battaglia assai aspra anche tra gli esponenti Democratici del Congresso, alcuni dei quali hanno votato contro la proposta; il motivo pare essere la preoccupazione per l’impatto che tali liberalizzazioni avrebbero sul mondo del lavoro statunitense.

Tuttavia oggi Obama ha firmato la legislazione TPA, rinominata “fast track”,  che permetterà ai negoziatori americani di lavorare anche sull’accordo, lungamente atteso dalle potenze asiatiche, conosciuto come Trans-Pacific Partnership (TPP). Tale disegno di legge, su cui il Congresso stava lavorando da tempo, contiene anche disposizioni contro il BDS, rendendo il rifiuto del movimento anti-israeliano una priorità assoluta per i negoziatori statunitensi che lavorano sull’accordo di libero scambio con l’Unione Europea. Queste linee guida dovrebbero scoraggiare i governi europei a partecipare alle attività del BDS, sfruttando così l’incentivo del libero scambio con gli Stati Uniti.

“Questo è un traguardo storico per la lotta contro i nemici d’Israele, come è ora legge l’opposizione americana agli sforzi insidiosi di demonizzare ed isolare lo stato ebraico. Il disegno di legge bipartisan promulga una serie di condizioni su qualsiasi accordo di libero scambio con l’Ue, così come un totale rifiuto al BDS”, ha detto il membro del Congresso Peter Roskam che, insieme ad un altro repubblicano, Juan Vargas, ha sponsorizzato una delle due disposizioni anti-BDS presenti nella legge.

“Questo costringerà le aziende come il gigante delle Telecomunicazioni, ORANGE, parzialmente di proprietà dello stato francese, a pensarci due volte prima di lanciarsi in una guerra economica contro Israele. Queste compagnie non saranno più in grado di attaccare liberamente un alleato chiave degli Stati Uniti senza pagarne delle conseguenze”, ha aggiunto. “Tuttavia, ciò che abbiamo realizzato oggi è solo l’inizio. Mentre il movimento BDS continua ad evolversi, così deve evolversi la nostra risposta”.

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