Sono note le polemiche intorno alla partecipazione della Brigata Ebraica al corteo del 25 aprile, ma nessun esponente dei centri sociali o dell’Anpi si è lamentato delle bandiere di Hezbollah, l’organizzazione paramilitare e terroristica sciita libanese, di matrice filo-iraniana.
Tra le varie bandiere palestinesi, giustificate in nome di uno strana rivisitazione del 25 aprile secondo cui sarebbe la festa “di tutti i popoli oppressi e resistenti” o sedicenti tali, è apparsa anche la caratteristica e inconfondibile bandiera gialla. Indisturbata e non contestata, a differenza della Brigata Ebraica il cui apporto alla Resistenza è stato reale e storicamente dimostrato ma sembra non ottenere il gradimento di taluni “antifascisti”.
A rivelare l’anomalia è la pagina facebook Progetto Dreyfus, che ha diffuso la foto con un commento che ci trova pienamente d’accordo:
Ieri, in mezzo al corteo del #25Aprile, tra i sostenitori dei palestinesi che insultavano la #BrigataEbraica e ne chiedevano l’esclusione, vi erano bandiere di Hezbollah e maglie del FPLP.
La bandiera gialla che potete vedere appartiene infatti all’organizzazione terroristica libanese, bandita a livello internazionale, i cui adepti fanno il saluto fascista e il passo dell’oca ancora oggi, mentre la maglia rossa della signora a sinistra appartiene al Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, che compì numerosi attentati sanguinari non solo in Israele, ma anche qui in Italia. Fra i peggiori ricordiamo il dirottamento dell’Achille Lauro, dove uccisero un turista ebreo paralitico e lo gettarono in mare, il dirottamento di Entebbe (12 morti), la Strage di Bologna (85 morti).
Forse l’ A.N.P.I. Associazione Nazionale Partigiani d’Italia dovrebbe fare attenzione a chi si insinua all’interno del corteo e dovrebbe prendere posizione su chi ha davvero il diritto di partecipare alla festa di Liberazione e chi invece deve restare a casa a causa della totale incompatibilità coi valori dell’antifascismo e della libertà.
Anche quest’anno, VERGOGNA!!!
Niente da aggiungere.